In estate la prateria steppica mediterranea pullula di insetti di ogni tipo: un vero e proprio scrigno di biodiversità in cui è possibile scorgere preziose forme di vita, uniche al mondo.
In quel brulicame, con un po' di pazienza e molta fortuna, è possibile avvistare l’ortottero predatore più grande d’Europa, la Saga pedo, una specie ad alto valore conservazionistico caratterizzata da aspetti molto peculiari.
Saga pedo è un insetto di grandi dimensioni che può raggiungere, in età adulta, 8 grammi di peso e 12 centimetri di lunghezza. Questo grosso grillo presenta delle formazioni spiniformi sulle zampe che la rendono inconfondibile. È una specie attera, cioè priva di ali, munita di antenne lunghe e filiformi e di un robusto ovopositore a forma di sciabola. Nonostante le dimensioni ragguardevoli però, questa specie è difficile da individuare: la sua colorazione, di solito verde chiaro ma tendente al bruno in alcuni individui, la rende quasi invisibile e sempre ben mimetizzata nella vegetazione circostante.
Saga pedo è comunemente chiamata “stregona dentellata” perché quando intercetta una preda si avvicina lentamente e inizia ad oscillare le spinose zampe anteriori, come per lanciarle un “sortilegio”.
Femmina adulta di Saga pedo nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia (Giuseppe Dipalma)
Un grosso grillo predatore
La biologia di questo insetto è davvero singolare. Diversamente dalla maggior parte degli ortotteri, la Saga pedo non è una specie erbivora ma zoofaga. Si nutre di altri insetti, soprattutto di altri grilli e cavallette. Occasionalmente preda individui della stessa specie (cannibalismo) e piccoli rettili.
Saga pedo è un predatore all’agguato, e resta appostata perfettamente immobile e mimetizzata, attendendo il passaggio delle malcapitate prede (mimetismo criptico). Quando una cavalletta è alla sua portata, la cattura con le zampe anteriori con un movimento raptatorio simile a quello delle mantidi. Può catturare le sue prede sia durante il giorno, che di notte e, dopo averle afferrate, le divora immediatamente sminuzzandole voracemente con le potenti mandibole. Della preda non resta molto.
Saga pedo si sposta lentamente e con movimenti oscillatori del corpo e delle zampe per simulare la vegetazione mossa dal vento. Le capacità mimetiche di questo ortottero sono fondamentali per la sua sopravvivenza, sia per catturare le prede sia per nascondersi dai suoi predatori come gli uccelli e altri animali insettivori.
La riproduzione avviene per partenogenesi. Le uova si sviluppano cioè senza fecondazione, e dall’uovo si originano individui che sono cloni della madre. Le popolazioni dell’insetto sono costituite quasi esclusivamente da femmine ed estremamente rari sono i ritrovamenti di maschi.
A fine estate, le uova vengono deposte dalle femmine adulte nel terreno per mezzo del lungo ovopositore e possono impiegare dai due ai cinque anni per schiudersi, in base alle condizioni climatiche. Generalmente un clima più caldo e umido favorisce la schiusa delle uova.
Dopo almeno due anni dalla deposizione, in primavera, emergono le giovani neanidi che iniziano a nutrirsi fino a raggiungere lo stadio adulto in otto-nove mute. È possibile rinvenire le forme adulte a partire da giugno. Le femmine muoiono dopo aver deposto qualche decina di uova.
Femmina adulta di Saga pedo nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia (Pamela Loverre)
La regina della steppa: distribuzione e habitat
L’areale di distribuzione della Saga pedo è ampio e si estende dalla Penisola Iberica sino alla Siberia, arrivando poi alla Cina nord-occidentale, anche se le regioni dell’Europa meridionale, caratterizzate da clima tipicamente mediterraneo, rimangono quelle in cui è stato rilevato un maggior numero di individui. Nel resto del mondo, le popolazioni di Saga pedo risultano poco dense e alquanto isolate. Nelle regioni alpine e nell’Europa continentale la sua sopravvivenza è strettamente legata alla presenza di “oasi xerotermiche”. In Italia è l’unica specie del genere Saga ed è segnalata in quasi tutte le regioni, anche se in maniera discontinua.
Saga pedo è una specie xerofila e xero-termofila e vive nelle praterie steppiche aride e assolate ricche di vegetazione erbacea e arbustiva con clima mediterraneo, caratterizzato da lunghi periodi di siccità estiva ed inverni miti e piovosi. Tra gli habitat di elezione della specie ci sono gli ambienti erbosi naturali e seminaturali di interesse comunitario elencati nell’Allegato I della Direttiva Habitat 92/43/CEE dell’Unione Europea, come ad esempio le pseudo-steppe di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea (Habitat 6220) o le formazioni erbose secche seminaturali su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (Habitat 6210). Diversi ritrovamenti ricadono in aree non protette che però conservano una vegetazione tipicamente pseudo-steppica.
Saga pedo è una specie indicatrice del buono stato di salute dell’habitat steppico. La sopravvivenza di questa elusiva specie predatrice dipende dallo stato di conservazione delle praterie e dalla presenza di prede.
Saga pedo durante l'alimentazione su un ortottero (Iacopo Nerozzi)
Aspetti relativi alla conservazione della specie
Saga pedo è una specie protetta. In Europa è citata nella Direttiva Habitat 92/43/CEE (allegato IV del documento “specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa”) ed è inserita come specie vulnerabile nella lista rossa mondiale IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Grazie agli studi condotti in alcune regioni biogeografiche europee, l’Agenzia europea dell’Ambiente ha potuto caratterizzarne lo stato di conservazione, con risultato sfavorevole (inadeguato o cattivo) soprattutto nelle regioni mediterranee.
Saga pedo è fortemente minacciata dalla perdita e dalla frammentazione del suo habitat e l’uomo è il principale artefice di queste alterazioni. Le cause vanno ricercate nell’intensificazione delle attività antropiche, e in particolare nel cambiamento delle coperture di uso del suolo, con la trasformazione delle aree naturali in aree urbanizzate. Le principali minacce alla sopravvivenza di questa specie sono rappresentate quindi dal pascolo del bestiame, dall’espansione degli insediamenti umani, dagli incendi, dall’intensificazione delle pratiche agricole, dalla distruzione dell’habitat steppico dovuto alle operazioni di sfalcio e da tutti quei fattori che determinano delle modifiche all’habitat naturale del predatore.
Di contro, in alcuni ambienti la principale minaccia per questa specie è data dall’avanzamento del bosco con un conseguente infittimento della copertura arborea a discapito della prateria.
In Italia, lo scenario a cui assistiamo sempre più frequentemente è la distruzione dei prati naturali o seminaturali per la coltivazione dei seminativi. L’agricoltura consuma l’habitat naturale di questa specie, determinando una profonda frammentazione dello stesso. In questo mosaico di ambienti semi-naturali e campi coltivati, gli interventi agronomici sulle colture agrarie possono influire negativamente sulla biodiversità delle aree naturali protette. Ad esempio, i prodotti fitosanitari (i cosiddetti “pesticidi”) possono essere molto tossici sia per la Saga pedo che per le sue prede. Come se non bastasse, la pratica della bruciatura delle stoppie (i residui nei campi di grano dopo la raccolta), purtroppo ancora molto diffusa nel periodo estivo soprattutto al Sud Italia, causa ogni anno la distruzione di milioni ettari di habitat protetti, a causa del passaggio del fuoco dai campi coltivati agli ambienti naturali.
Al fine di garantire la salvaguardia e la conservazione della specie, sarebbe auspicabile continuare a studiarne gli aspetti bio-ecologici, ancora poco noti, e intensificare i monitoraggi delle popolazioni di Saga pedo e delle sue prede, sia nelle aree protette dalla legge che negli ambienti non protetti.
Un efficace piano gestione della specie Saga pedo si basa su azioni concrete in primis sulla conservazione e il ripristino degli habitat naturali; altri interventi potrebbero prevedere l’adozione e il mantenimento di pratiche e metodi di agricoltura sostenibile soprattutto in quelle aree caratterizzate da un elevato grado di frammentazione dell’habitat naturale; indubbiamente un impatto positivo potrebbe anche derivare dall’ampliamento delle aree protette in generale.
Non di minore importanza possono essere le azioni mirate ad un incremento delle attività di controllo del territorio e di sensibilizzazione degli operatori economici locali, come gli agricoltori e gli allevatori.
Saga pedo e le sue prede (Iacopo Nerozzi)
Una Saga pedo si mimetizza tra le fioriture di eringio nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia (Davide Meggiorini)